Microscopia a contrasto di fase: per cosa si utilizza? In che modo?
La Microscopia a contrasto di fase è una tecnica usata in biologia e batteriologia. Si tratta di una tecnica di microscopia ottica, e ha il vantaggio di osservare sia a vivo, sia a fresco. Ciò significa che è possibile osservare strutture batteriche che risulterebbero invisibili con altre tecniche.
La microscopia a contrasto di fase, dunque, serve ad identificare strutture batteriche troppo piccole per essere viste con un microscopio normale, come per esempio i flagellati e le fimbrie.
La tecnica di contrasto si presta sia per osservare a fresco, sia a vivo, sebbene è più indicata e utilizzata maggiormente per quest’ultima.
La tecnica della microscopia a contrasto di fase: a cosa serve
La microscopia a contrasto di fase fa parte delle tecniche di microscopia ottica. Si effettua per mezzo di un microscopio ottico, in grado di raggiungere maggiori ingrandimenti rispetto ad un microscopio normale.
Questo è dotato di un sistema ottico e appositi obiettivi, che permette di vedere organismi molto piccoli che normalmente non sarebbero visibili.
Questi organismi sono, per esempio, flagellati, fimbrie, o batteri affini al Bacillus anthracis.
I batteri sono visibili grazie alle variazioni della luce, e alle colorazioni che agiscono sul batterio piuttosto che sullo sfondo.
Come funziona
Per osservare le strutture batteriche si utilizza uno strumento apposito quale il microscopio a contrasto di fase. Questo è dotato di obiettivi specifici e di un sistema ottico che permette di ingrandire più di un microscopio normale.
La tecnica sfrutta le differenze nello spessore delle varie regioni che compongono le cellule. Quando i raggi di luce colpiscono il campione, infatti, la velocità delle cellule viene influenzata dalle proprietà fisiche del campione.
Grazie alla microscopia a contrasto di fase è possibile differenziare al meglio tutte le strutture interne dei microrganismi a fresco. Questi sono ben visibili con alti ingrandimenti. La differente rifrazione presentata dagli organelli permette di individuare meglio le strutture dei microrganismi.
I raggi luminosi che colpiscono il campione subiscono fenomeni di interferenza che li rendono più chiari o più scuri.
La tecnica si basa anche sulla colorazione dei campioni, che, grazie al contrasto dei vari oggetti presenti sul vetrino, permette di individuare al meglio i microrganismi. L’azione del contrasto agisce infatti su questi e non sullo sfondo.
L’osservazione si effettua in campo chiaro. Le colorazioni sfruttano le diverse reazioni tintorie che le componenti cellulari esibiscono.
L’osservazione in vivo permette anche di identificare meglio i microorganismi, che con il loro movimento sono immediatamente identificabili.