Incarnazioni di Visnù: storia e curiosità della divinità
L’India è uno stato davvero suggestivo, pieno di colori e di posti meravigliosi da scoprire, di solito quando si nomina questo grande paese ad alcuni vengono in mente le spezie colorate e profumate, altre i teli o gli abiti finemente decorati con fili d’oro e poi anche i templi in cui gli Indù pregano.
Data la grande importanza che hanno sulla loro religione hanno stabilito molte regole da rispettare prima di entrarci anche se dei turisti vogliono vedere le loro icone religiose, tra le tante i credenti Indù venerano molto di più una divinità chiamata Visnù.
Questo articolo spiegherà in parole semplici chi è e com’è raffigurata nei libri e nei pensieri delle persone credenti.
Storia
Visnù è una divinità che viene rappresentata sempre con le sembianze maschili, è una delle più antiche dell’induismo, infatti è considerata come il protettore del mondo, del Dharma (= legge cosmica) e riesce a proteggere pure i devoti che gli chiedono aiuto in caso di vero bisogno.
Viene spesso raffigurato con una corona in testa e ben quattro braccia dalle cui mani regge i suoi quattro oggetti simbolo: il fiore di loro, chiamato padma, è il simbolo della divinità solare, la mazza, chiamata gadā, è l’arma che usò per uccidere Gadaa, un pericoloso demone antico.
Quest’arma simboleggia il potere del tempo; il disco, chiamato chakra, ha due significati: ruota solare, inteso come carro che fa viaggiare la divinità verso il cielo, oppure come arma, infatti il disco lo può usare come arma da lancio, e ha il potere di proteggere.
La conchiglia, chiamata anche śaṅka, è anche questa un’arma, quando ci soffia all’interno produce un suono che fa spaventare e scappare i demoni, la rubò a una divinità maligna che si chiama Pāñcajana.
Curiosità
La colorazione della sua pelle è azzurra come il cielo, in testa porta una corona d’oro e, come scritto prima, possiede quattro braccia e mani dove su ognuna tiene un’arma che lo raffigura.
Questa divinità è conosciuta anche con molti altri nomi, e sono tutti contenuti nel Mahābhārata (= poemi epici dell’India).
C’è da dire però che “I mille nomi di Visnù in realtà è anche un Inno sacro dell’Induismo, oltre che a essere veramente un elenco di tutti i nomi possibili che sono stati attribuiti a questa divinità suprema, alcuni sono:
- Jahnur;
- Avyayaḥ;
- Puruṣaḥ;
- Sākṣī;
- Kṣetrajño;
- Akṣara;
- Yogo;
- Yogavidāṃ netā;
- Pradhānapuruṣeśvaraḥ;
- Nārasiṃhavapuḥ;
- śrīmān;
- Iṣṇur (viṣṇu: colui che pervade l’universo);
- Bhāvo (lett. “l’esistente”, “l’essere”);
- Siddhidaḥ;
- Aiddhisādhanaḥ;
- Vṛṣāhī;
- Uṛṣabho;
- Viṣṇur;
- Vṛṣaparvā;
- Vṛṣodaraḥ;
- Vardhano;
- Vardhamānaś;
- Viviktaḥ;
- Rutisāgaraḥ;
- Sarvadṛk;
- Siṃhaḥ;
- Saṃdhātā;
- Saṃdhimān;
- Sthiraḥ;
- Ajo;
- Durmarṣaṇaḥ