Scende ancora il prezzo del petrolio
Il 12 gennaio 2016 potrebbe passare alla storia: nel pomeriggio (ora italiana) di questa giornata, il prezzo del petrolio nei mercati mondiali è sceso per la prima volta in 12 anni sotto la fatidica quota dei 30 dollari al barile, scivolando verso i 29,93 $. Si tratta di un ribasso costante, che si particolarmente acuito nel corso degli ultimi dieci giorni, quando il valore è sceso del 17% dal 4 gennaio di quest’anno.
Sebbene i diversi tipi di greggio prodotto al mondo siano piuttosto numerosi, tendenzialmente si usa indicare il prezzo del petrolio in base al valore di due benchmark, il Brent Blend ed il WTI, entrambi quotati al NYMEX di New York, la borsa della compra-vendita delle commodities. Ebbene, era dal 1991 che non il WTI non raggiungeva un livello così basso, segno dell’eccessiva produzione attuale che non accenna a diminuire. Il trend attuale è infatti in continuo sviluppo: sono stati individuati nuovi giacimenti nelle profondità oceaniche in varie parti del mondo, e le nazioni produttrici non intendono ridurne l’estrazione e la produzione. In mancanza di un accordo su una nuova (e più razionale) regolamentazione dei mercati, gli analisti reputano che il prezzo del greggio possa continuare a scendere drasticamente.
Novità dall’OPEC
L’OPEC, l’organizzazione che comprende i più importanti paesi produttori, prevede un incontro solo per il mese di giugno, ma proprio a causa della situazione attuale si sta lavorando per proporre un summit nei prossimi mesi, anche se la notizia non ha la caratteristica dell’ufficialità. Sarà decisivo trovare una strategia comune che riesca a combinare l’approccio dei paesi del Medio Oriente con l’orientamento economico di Russia e Stati Uniti, tenendo in considerazione le nuove esigenze dell’Iran.
Quali sono le ripercussioni più immediate causate da questo ribasso azionario? Se lo chiedono coloro che ogni giorno cercano di guadagnare in Borsa su internet. Anzitutto, alcune compagne petrolifere stanno subendo delle pesanti perdite. La britannica Bp, ad esempio, ha recentemente annunciato il taglio di 4000 unità lavorative a seguito dei prezzi del greggio mai così bassi, e probabilmente altre società saranno costrette a prendere misure simili, se la situazione non si normalizzerà entro il breve o medio periodo. Nel frattempo, questo contesto potrebbe risultare proficuo per le fonti di energia alternativa al petrolio, come il gas e le rinnovabili, che potrebbero assumere un profilo più “aggressivo” nei mercati mondiali.